Francia e Germania – Le due facce della medaglia

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Dopo il primo incontro sulla Spagna, questa settimana Francia e Germania sono state le nazioni protagoniste dei webinar legati alle tendenze del turismo internazionale, voluti da ENIT per esaminare le best practice da adottare in questa fase di ripresa in seguito all’emergenza sanitaria.

Lo scenario esaminato risulta molto differente tra le due realtà: se per la Germania la riapertura dei confini nazionali ha rappresentato immediatamente un fattore attrattivo nei confronti dell’Italia, non è stato così per la Francia dato che l’interesse dei francesi si rivolge per il momento ad altri mercati.

Entrambi gli incontri sono stati presentati da Maria Elena Rossi Direttrice Marketing di ENIT e hanno avuto in Flaminia Santarelli D.G. del MIBACT, un’importante interlocutrice.

Il webinar sulla Germania è iniziato con la presentazione di un’analisi di Ulf Sonntag di NIT/FUR, che ha mostrato come l’Italia sia la destinazione preferita dai turisti tedeschi facilmente raggiungibile dal mezzo privato e vista come “Covid-free” dalla maggior parte delle persone intervistate.

Antonella Rossi, di ENIT Francoforte, ha poi completato il quadro, descrivendo una situazione economica complessa, ma sottolineando anche che l’Italia è la meta perfetta per i turisti tedeschi, che ritengono adeguata la sicurezza fornita contro l’epidemia e trovano nel patrimonio balneare e storico-culturale la motivazione principale per il loro viaggio.

Simona Laboccetta, di ENIT Francoforte, si è invece concentrata sui dati, essenziali per capire i trend del prossimo futuro, sottolineando come il 2020 sarebbe stato “l’anno dell’Italia”, grazie ad un 30% in più di prenotazioni che erano state richieste a febbraio di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019.

Purtroppo la situazione si è rivelata ben diversa e a maggio le cancellazioni delle prenotazioni per l’estate hanno portato ad un tragico -83%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nella prima settimana di giugno il trend si è parzialmente invertito e gli arrivi sono scesi “solo” del 74%, segno di una stabilizzazione della crisi, anche se il bilancio rimane molto negativo.

Lo scenario per il turismo verso l’Italia da parte della Francia risulta invece molto differente, come analizzato da Federica Galbesi, di ENIT Parigi, Enzo Gerards e Alexandra Paterlini, di Webedia.

A fronte di un trend che vede 14 milioni di francesi all’anno visitare l’Italia, la risposta dopo l’apertura dei confini è stata molto timida e sono attesi i primi segnali di ripresa degli arrivi.

Federica Galbesi ha affermato che questo fenomeno ha diverse motivazioni: da un lato il Governo francese ha puntato sulla “stayvacation”, ovvero la vacanza da vivere senza uscire dalla Francia, dall’altro si registra che l’opinione pubblica, soprattutto nella prima parte dell’epidemia, ha fortemente stigmatizzato il comportamento di Governo e cittadini italiani.

Un ulteriore interessante elemento, sottolineato da Enzo Gerards, è quello legato ai viaggi aerei, che erano molto utilizzati prima dell’epidemia, per raggiungere soprattutto il sud Italia, ma in questo momento non vedono la Penisola nemmeno nella top 10 delle ricerche, a causa in primis del mancato adeguamento del prezzo dei biglietti, che a livello europeo sono scesi anche del 10%, mentre quelli italiani sono rimasti invariati.

Tuttavia, entrambe le analisi, pur partendo da elementi differenti sottolineano un certo ottimismo per il prossimo futuro del turismo italiano, con una stagione che indubbiamente è partita più tardi ma che si allungherà anche oltre l’autunno, permettendo così di recuperare parzialmente i mancati ricavi di questi primi mesi del 2020 in cui i guadagni del settore turistico sono calati di circa l’85%.

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