Sostenibilità e turismo: un equilibrio delicato

Questo mese su INova abbiamo affrontato il tema della sostenibilità nel turismo da punti di vista e prospettive differenti: il racconto di un “viaggio sostenibile” in camper attraverso l’Italia, il delicatissimo tema dell’overtourism in un territorio fragile come la montagna, le ricette adottate da diverse destinazioni per incoraggiare pratiche responsabili.

Lungo il viaggio, ci ha accompagnato il Viandante sul mare di nebbia illustrato dalla nostra art director Valeria Morando, non più solitario ma raddoppiato, triplicato, ad ammirare un paesaggio romantico improvvisamente un po’ troppo “affollato.”

Chiudiamo questo itinerario cercando di fissare alcuni punti. E di lasciare delle riflessioni aperte, per dare spazio ad altri spunti: se volete mandarci un commento sul tema di questo mese, scrivete a inova@studiowiki.it.

Indice dei contenuti:

Cos’è il turismo sostenibile?

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), i principi del turismo sostenibile si riferiscono ad aspetti ambientali, economici, ma anche socioculturali. Tre dimensioni con istanze a volte apparentemente conflittuali, ma tra cui è necessario trovare un equilibrio per garantire sul lungo periodo uno sviluppo che tenga conto del bene collettivo.

Il turismo sostenibile deve essere in grado di preservare e proteggere il territorio, l’ambiente naturale e la sua biodiversità. Di rispettare, poi, le radici socioculturali delle comunità residenti, i loro valori e le loro tradizioni, contribuendo a uno scambio proficuo e generativo. Al tempo stesso, deve riuscire a garantire anche la sostenibilità economica degli stakeholder coinvolti: lavori stabili e un adeguato flusso di entrate per le comunità ospitanti.

Lo spettro dell’overtourism

Se, come ha dichiarato il 18 agosto alla Versiliana la Ministra del Turismo Daniela Santanché, “dire troppo turismo è una bestemmia”, durante l’estate appena trascorsa abbiamo assistito a un significativo incremento nel numero dei blasfemi.

 Tourists go home è diventato un motto comune in diverse destinazioni popolari, a partire da quelle spagnole. Uno dei nodi centrali della protesta è il prezzo degli affitti: la grande diffusione degli affitti brevi a uso turistico ha reso difficile e costoso trovare alloggi per i residenti, nelle grandi città a vocazione turistica. Ma non è l’unico problema: flussi turistici eccessivi possono generare un aumento del traffico automobilistico e la saturazione dei servizi pubblici. In particolare, in occasione di grandi eventi di richiamo internazionale: chi scrive sta toccando con mano proprio in questi giorni le criticità d’accoglienza a cui viene sottoposta una città come Lucca durante l’annuale Comics & Games. Uno stress-test praticamente impossibile da superare, prevedendo fino a ottantamila ingressi al giorno.

La scritta a pennarello apparsa su una delle rocce delle Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti

Per non parlare dell’impatto ambientale, in particolare nei territori più fragili – dall’ecosistema lagunare di Venezia all’alta montagna, dove sta prendendo piede il fenomeno del last chance tourism: l’ultima occasione di vedere i ghiacciai prima che si sciolgano. Contribuendo direttamente ad accelerarne lo scioglimento.

Possiamo davvero parlare di blasfemia?

La posizione dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile

L’AITR di recente ha diffuso un position paper sull’argomento overtourism, proponendo diverse possibili soluzioni rivolte all’amministrazione pubblica per facilitare la gestione del problema.

C’è, innanzi tutto, il tema della destagionalizzazione dei flussi turistici. Ma anche la valorizzazione di luoghi meno conosciuti, come borghi, cammini e parchi naturali. Le scelte urbanistiche sono fondamentali: eventuali nuovi attrattori turistici possono venire previsti nelle periferie, per diminuire la pressione sui centri storici.

Folla a Venezia

Nel paper si tocca poi il punto dell’incentivo alle prenotazioni online per musei e siti d’interesse: una direzione sempre più battuta anche in occasione dei grandi eventi, dal post pandemia in poi, per evitare assembramenti. Le campagne educative rivolte al turista sono un altro strumento importante per diffondere informazioni corrette e produrre comportamenti più consapevoli e rispettosi. Infine, l’AITR suggerisce la creazione di un Osservatorio sul fenomeno dell’overtourism, che non si limiti a studiarne le conseguenze ma che misuri l’impatto delle misure adottate, per facilitare scambi di esperienze virtuose.

Conclusioni

Quello della sostenibilità dei flussi turistici è un problema ampio, che non riguarda il solo settore turismo ma fenomeni sociali pervasivi e complessi. All’interno di una società della performance anche il fare turismo diventa prestazione, consumo. Gesto fine a sé stesso e sempre uguale a sé stesso: il turista, moderno Sisifo, è condannato a sorreggere per sempre la Torre di Pisa a beneficio di scatto.

Un abbraccio alla Torre

È difficile ripensare il turismo senza ripensare alcune strutture a monte, nel nostro vivere quotidiano. Prima fra tutte, la gestione del tempo e del lavoro: non sarebbe necessario interrogarsi sulla destagionalizzazione, se il viaggio non fosse un’opzione possibile, per la maggior parte delle persone, solo su base stagionale. Le formule di smart-working (che nell’epoca post pandemia hanno visto una diffusione sempre più ampia) potrebbero aprire prospettive diverse in questo senso.

La stessa spinta a promuovere campagne educative dedicate non sarebbe indispensabile, se quelle “buone norme” di tutela del territorio fossero parte di un patrimonio comune, normalmente applicato anche in casa propria.

Ripensare il turismo si può. Ma non pensando solo al turismo.

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