La comunicazione è servita. La metafora del buon chef della comunicazione.

Avrete sentito parlare di obiettivi, di posizionare un sito web, di campagne di web marketing, di Seo, di Sem, di Sea, di metriche, di KPI e via dicendo. Non è semplice districarsi in questa giungla di termini e azioni, spesso usati a sproposito, ed è facile restarne imbrigliati senza trovare una valida via di uscita.

Quando si decide di effettuare un investimento per promuovere la propria impresa, il proprio servizio, o il proprio prodotto, quando si decide – insomma – di investire in comunicazione, scegliere i consulenti giusti diventa di primaria importanza. Affidare budget ad una struttura improvvisata significa non ottimizzare l’investimento. Significa investire male. Si crede di risparmiare, invece si spende solo male senza risultato. E, purtroppo, nell’ambito della comunicazione gli improvvisati sono tanti. Così come i cattivi investitori. Ottimizzare l’investimento significa invece risparmiare tempo e denaro, e il tempo è oggi – forse – la forma più tangibile del denaro.

Il nostro consiglio è, ovviamente, quello di affidarsi a strutture organizzate e specializzate che operano nel marketing e nella comunicazione. Una campagna web, una creatività grafica, un sito, la gestione dei social asset, l’ufficio stampa sono solo degli ingredienti che presi singolarmente non danno alcun valore aggiunto al proprio investimento. Il valore nasce dalla relazione tra quegli ingredienti finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo fissato in partenza.

È come per una ricetta di cucina. La bontà del piatto è determinata da una pluralità di fattori: la qualità degli ingredienti, dei prodotti, certo, ma anche le relazioni tra gli ingredienti stessi, i loro pesi, le loro quantità e così via. Non c’è – quindi – un segreto esoterico da affermare. Ci sono, semmai, alcuni approcci metodologici per rendere un piatto un buon piatto come un progetto di comunicazione un buon progetto di comunicazione. E, almeno per noi, l’approccio è strutturale.

La qualità del progetto di comunicazione sta nella quantificazione preliminare del suo risultato (che cena voglio fare, con quante portate, chi si siederà al tavolo?) e, per fare ciò, sarà necessario analizzare i termini iniziali del problema, definire gli oggetti dell’analisi e scomporli sino a segmentarli in elementi pertinenti (elencare gli ingredienti che ho già in cucina), elaborare la strategia più adatta all’ottenimento dello scopo (decidere che ingredienti devo comprare per fare un determinato piatto, per altro senza dimenticare che lo stesso piatto può avere differenti preparazioni), ed infine eseguire e “processare” (mettermi cioè il berretto da cuoco e preparare effettivamente la ricetta nel caldo della mia cucina). Ah, alla fine fare un controllo. Ovvero assaggiare prima di servire e, se necessario, aggiustare di sale e pepe (magari evitando l’approssimazione del q.b.). Nel bel mezzo di questo itinerario si apriranno spazi creativi e ispirazioni come lampi momentanei che non possono essere preordinati. È forse questione di propensione (passione?), preparazione (rigore?) e allenamento (costanza?). Chissà…sta di fatto che ogni chef ha i suoi segreti.

Ognuno di noi è in grado di leggere gli ingredienti e andarli a comprare al supermercato, ma un vero cuoco è colui che è in grado anche di saper scegliere e riconoscere l’ingrediente migliore tra tutti quelli che il mercato offre, che conosce aziende in grado di offrire un prodotto di qualità al giusto prezzo, e che grazie alla sua esperienza utilizza i trucchi necessari per amalgamare tutti gli ingredienti insieme.

Potete trovare video tutorial che spiegano passo per passo tutta la ricetta, ma il piatto non sarà quello dello chef. I segreti resteranno sempre segreti, e l’esperienza non potrà essere trasmessa interamente. Se sarete convinti di questo siamo certi che il rapporto tra cliente e agenzia di comunicazione sarà costruito su solide basi di partenza.

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