Siamo arrivati fino a qui. Al fatto che i mezzi di informazione, durante lo spoglio delle schede elettorali delle elezioni americane 2020, abbiano censurato le parole del Presidente degli Stati Uniti d’America. Consapevoli del potere dei media, consapevoli delle responsabilità e delle conseguenze che la trasmissione di quelle parole avrebbero potuto provocare.
Responsabilmente, hanno staccato la spina. Dopo Facebook e Twitter anche NBC, ABC, CBS, hanno interrotto la diretta. CNN e Fox News hanno invece proseguito con la diretta, ma CNN ha messo in sovraimpressione scritte di questo tenore: “senza alcuna prova, Trump dice che è stato imbrogliato” e anche Fox News ha poi riferito, finita la diretta, che le accuse di Trump non sono dimostrabili.
Il tema della responsabilità morale e civile del ruolo dei giornalisti è centrale in questa vicenda e si inserisce nella questione, sempre aperta, di come conciliare la libertà di espressione, la comunicazione disintermediata, con la tutela della corretta informazione e il buon funzionamento delle nostre sempre più fragili democrazie. Non sappiamo se questa decisione creerà un precedente o se sarà un caso isolato, ma gli interrogativi che solleva sono certamente molti. Come si fa a fare giornalismo ai tempi della disinformazione? Testimoniare tutto (pluralismo), rischiando di legittimare le strategie di disinformazione, o prendere le distanze dalle notizie false?
Ci troviamo in un momento storico in cui – anche sui social – l’utente sembra essere restio a verificare i fatti in contraddizione con la propria visione del mondo e con la propria comfort zone. La scelta di quelle testate giornalistiche è stata dunque coraggiosa e responsabile.
Le parole di Trump sarebbero state benzina sul fuoco degli Stati Uniti blindati, con i pannelli di protezione di legno fuori dai locali pubblici e la tensione alle stelle. Ma è certamente un fatto senza precedenti nella storia recente di quel Paese. Se Trump avesse vinto, gli Stati Uniti d’America e il sistema mediatico USA si sarebbero trovati di fronte a una situazione clamorosa: quella di avere un presidente delegittimato, non autorevole e palesemente accusato di essere una fonte di disinformazione. La tenuta democratica sarebbe stata compromessa.
Fortunatamente, ha vinto Biden.