Natale, festa di condivisione e comunicazione

Natale comunicazione

Con la sua essenza di condivisione e i suoi riti collettivi, che si sono trasformati nel corso dei secoli, restando in fondo sempre uguali, il Natale è la festa della comunicazione per eccellenza.

Lo spiega bene anche Luca Sofri, direttore del Post, nell’editoriale del piacevolissimo volume “A Natale tutti insieme”, della serie COSE Spiegate bene (Iperborea, 2023): “La capacità di evolversi del Natale e di coinvolgere anche i non credenti o i credenti di altre fedi è una straordinaria dimostrazione di potenza comunicativa. I non cristiani e non credenti che da secoli fanno proprie le feste natalizie adattandole ai propri desideri non fanno altro che renderle più solide e universali, fintanto che quello spirito confuso di bontà e convivenza è conservato”.

Indice dei contenuti:

Le origini del Natale

Le radici del Natale, in effetti, affondano in riti e celebrazioni antiche, tra cui i Saturnali romani e la festa del Sole Invitto. I Saturnali, celebrati a dicembre in onore del dio Saturno, erano caratterizzati da giorni di festa sfrenata, durante i quali le gerarchie sociali si capovolgevano e l’abbondanza e la generosità erano di rigore.

La festa del Sole Invitto, che nell’antica Roma era celebrata il 25 dicembre, commemorava la rinascita del sole e la sua luce invincibile. Questa data segnava il solstizio d’inverno, quando le giornate iniziavano a allungarsi, simboleggiando la vittoria della luce sulle tenebre. La connessione tra il 25 dicembre e la celebrazione del Sole Invitto ha contribuito a plasmare la scelta di questa data per la festa cristiana della nascita di Gesù.

Babbo Natale e Rudolph la Renna: due simboli del Natale creati dalla pubblicità

Forse non proprio tutti sanno che alcuni dei simboli del Natale, riconosciuti ormai a livello globale, come Babbo Natale e Rudolph la Renna, sono nati grazie a brillanti campagne pubblicitarie.

È abbastanza risaputo che Babbo Natale, come lo conosciamo oggi, con capelli e barba bianca e sgargiante abito rosso, debba la sua immagine moderna alla Coca-Cola. Negli anni ’30, l’azienda lanciò infatti una campagna pubblicitaria firmata dall’illustratore Haddon Sundblom, che ha trasformato il personaggio di Babbo Natale in un iconico uomo vestito di rosso e bianco, contribuendo a consolidarne l’immagine nella cultura popolare.

Anche Rudolph, la renna dal naso rosso, è una creatura del marketing: a inventarla, nel 1939, fu Robert L. May per conto della Montgomery Ward, una catena di grandi magazzini americana. La storia di Rudolph è stata diffusa attraverso un libretto distribuito nei negozi, diventando rapidamente un fenomeno popolare e ispirando canzoni e film.

Il rito dei film di Natale

Rassicuranti, edificanti, adatti a tutta la famiglia, possibilmente romantici e inevitabilmente a lieto fine: i film di Natale sono un altro dei riti che caratterizzano il periodo delle feste, più o meno da quando è nato il cinema (il primo film con protagonista Babbo Natale è Santa Clause del 1898). Ed è per questo che restituiscono un’interessante fotografia del cambiamento sociale attraverso i decenni.

Da La vita è meravigliosa a Love Actually, passando per gli intramontabili Mamma ho perso l’aereo e Una poltrona per due, quelli che sono diventati ormai veri e propri classici del genere tornano ogni anno nei palinsesti televisivi.

Con l’aumento e la diversificazione delle piattaforme, dai canali via cavo o satellite allo streaming online, oggi si sono moltiplicati esponenzialmente anche i film natalizi, che ogni anno aggiungono nuove produzioni per soddisfare la richiesta di leggerezza delle festività. Perché a Natale “agli spettatori basta sentirsi bene e in pace per un paio d’ore”, dice il critico Brandon Gray, autore del libro I’ll Be Home for Christmas Movies, riportato dal già citato “A Natale tutti insieme” del Post.

All I Want for Christmas Is You

Parallelamente agli allestimenti festosi delle vetrine e delle vie cittadine, sempre più anticipati, capiamo che il Natale sta arrivando quando iniziamo a sentire le prime canzoni natalizie. Anzi, dal 1994 capiamo che il Natale sta arrivando quando sentiamo per la prima volta UNA particolare canzone natalizia. Si tratta naturalmente di All I Want For Christmas is You di Mariah Carey.

Anche se non mancano esempi precedenti di album natalizi di successo (basti pensare all’Elvis’ Christmas Album del mitico Elvis Presley, uscito nel 1957), è dalla hit di Mariah Carey che le canzoni di Natale sono diventate un vero e proprio fenomeno di marketing. Da allora, anno dopo anno, artisti di fama mondiale competono per creare un nuovo tormentone natalizio. Da allora, le case discografiche, le radio e le piattaforme digitali come Spotify, da dicembre in poi, diffondono le note, a volte allegre, a volte più malinconiche e mielose, delle canzoni di Natale.

We wish you a social Christmas

Con la diffusione dei social media, il Natale ha assunto poi una nuova, ancora più pervasiva, dimensione digitale.

Instagram, Facebook e TikTok sono diventati non solo luoghi dove le aziende possono promuovere in modo sempre più efficace prodotti e offerte natalizie, ma anche spazi in cui le persone condividono freneticamente tradizioni, decorazioni e momenti speciali legati alle festività.

Da novembre a gennaio, il Natale si trasforma in una festa che pervade i mass media e le piattaforme digitali, creando un ponte tra tradizione e modernità, condividendo l’atmosfera gioiosa e celebrando l’essenza della comunicazione e della condivisione.

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