Come cambia l’informazione nell’era digitale e social

Se parliamo di cambiamenti e rivoluzioni nel mondo della comunicazione contemporanea, non si può certamente tralasciare la trasformazione in atto nel sistema dei media e dell’informazione, che deve far fronte allo strapotere delle piattaforme social e digitali, ma anche alla generale perdita di fiducia e coinvolgimento da parte degli utenti.

Di questo fenomeno traccia una fotografia precisa e dettagliata l’ultimo Digital News Report del Reuters Institute of Journalism.

Indice dei contenuti:

L’importanza dei social media

Il dato che continua a caratterizzare lo scenario dell’informazione è sicuramente l’importanza dei social media, seppur con alcune recenti evoluzioni.

In un contesto estremamente frammentato tra diversi i canali, si registra il lento ma inarrestabile declino di Facebook (-8% dal 2017) e Twitter, mentre, soprattutto tra i più giovani, continuano a crescere Instagram (+2%), TikTok (+3%, utilizzato dal 44% dei ragazzi tra 18 e 24 anni) e Telegram (+5%). E se proprio su Facebook e Twitter i media tradizionali e i giornalisti riescono ancora a mantenere la loro centralità, su reti come TikTok e Instagram, sempre più dominate da contenuti video, il pubblico afferma di prestare maggiore attenzione a influencer e celebrities e di preferire contenuti divertenti o satirici che riguardano le notizie.

D’altra parte, i social media, insieme agli aggregatori di notizie, si confermano come la principale porta di accesso all’informazione: solo il 22% degli intervistati dichiara di iniziare il proprio percorso informativo dal sito web o dalla app di un news brand.

La sfiducia nell’algoritmo e la paura delle fake news

La forte personalizzazione dei contenuti governata dagli algoritmi, che caratterizza in modo massiccio soprattutto TikTok, è considerata insoddisfacente per la maggior parte degli utenti, in particolare di quelli più giovani, e si conferma la preoccupazione per la possibilità che l’eccessiva personalizzazione porti a perdere informazioni importanti. Tuttavia, non si registra maggiore fiducia verso la selezione di notizie effettuata dai media tradizionali (soltanto il 27% si fida della seleziona proposta dagli editori e dai giornalisti).

Parallelamente, si confermano inoltre la diffidenza e la paura del pubblico riguardo alla disinformazione in rete: oltre la metà degli utenti (56%) afferma di preoccuparsi di distinguere le fake news dalle notizie vere.

Significativa anche la diminuzione della partecipazione e del coinvolgimento degli utenti: solo il 22% partecipa attivamente con condivisione e commenti, mentre circa la metà (il 47%) non partecipa affatto alle notizie. Il coinvolgimento si è decisamente spostato in reti chiuse come Whatsapp, Signal, Telegram e Discors, dove avere conversazioni private in ambienti protetti e meno tossici rispetto alle reti aperte.

Lo stato di salute dell’informazione in Italia

Anche il sistema dei media in Italia è scosso dall’onda della trasformazione digitale, che si riflette anche in cambiamenti negli assetti aziendali, nella vendita di testate tradizionali e nell’acquisizione di aziende digitali orientate ai social media. Emblematico in questo senso è il caso del Gruppo GEDI, che nel 2022 ha venduto il settimanale L’Espresso e diversi giornali locali, acquisendo, per contro, il 30% di Stardust, innovativa azienda di marketing focalizzata sugli influencer.

I ricavi della pubblicità online hanno superato per la prima volta quelli della pubblicità televisiva e rappresentano ancora oggi la principale fonte di finanziamento delle operazioni digitali dei giornali, mentre resta molto bassa la percentuale di utenti disposti a pagare per le notizie online (solo il 12%)

Tra i siti web più letti ci sono quelli delle tv nazionali (Tgcom24, SkyTg24 e Rainews.it), dell’agenzia di stampa Ansa – che si conferma anche la fonte ritenuta più affidabile – e dei principali quotidiani (La Repubblica, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano). Spiccano inoltre le piattaforme digitali Fanpage e Il Post.

Conclusioni

Sebbene siano evidenti l’insoddisfazione per gli algoritmi, la diffidenza e la paura della disinformazione, la volontà di sfuggire a un dibattito tossico, il sistema dell’informazione è chiamato a confrontarsi con la costante dipendenza dai social e l’affermarsi di piattaforme come TikTok e Instagram, con maggiore contenuto visivo e più diffuse soprattutto tra un pubblico giovane. Per le aziende editoriali, si aprono così sempre nuove sfide, con l’obiettivo di attirare nuovi utenti e creare con loro connessioni più profonde.

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