Turismo delle Radici: un’opportunità per il 2024

Scenario Matera

Il 2024 sarà l’Anno delle Radici: un’iniziativa sviluppata nell’ambito del Progetto PNRR “Il Turismo delle Radici – Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post Covid-19”, con l’impegno e la collaborazione di ENIT e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ma cosa si intende con Turismo delle Radici, e che opportunità si aprono per le destinazioni italiane?

Indice dei contenuti:

Turismo delle Radici: un ritorno alle origini

In tutto il mondo vivono circa 5 milioni di italiani all’estero e tra i 60 e gli 80 milioni di discendenti da famiglie italiane. Persone pienamente integrate nel Paese di destinazione, magari da molte generazioni, ma che conservano un’identità culturale e un legame con l’Italia.

Le iniziative connesse al Turismo delle Radici si rivolgono a tutte queste persone con un invito a ritornare in vacanza nei luoghi d’origine, per riscoprire tradizioni locali, eccellenze, antichi mestieri.

Ripercorrere a ritroso il cammino dei propri antenati e riallacciare il legame con l’Italia permette di inserire in un contesto più ampio la storia famigliare, cogliere aspetti identitari profondi e arricchire la narrazione di sé.

Un “viaggio delle radici” è molto più di una vacanza: è la ricostruzione della storia unica e irripetibile di ogni discendente italiano nel mondo.

Sfide e opportunità del Turismo delle Radici

Il “ritorno ai luoghi degli antenati” presuppone itinerari turistici lontani dalle mete consuete: privilegia borghi, aree rurali, aree interne, andando a valorizzare le destinazioni italiane meno conosciute e a decongestionare quelle più affollate.

Oltre a ridistribuire i flussi turistici in un’ottica di sostenibilità ambientale (anche sul piano della destagionalizzazione), questa tendenza può avere una ricaduta molto positiva sulla riqualificazione dei territori e delle strutture di accoglienza, supportando l’economia e le eccellenze locali.

È una formula vincente anche per quanto riguarda la sfida digitale: oltre a incentivare strutture e servizi a migliorare la propria comunicazione web, favorisce il processo di digitalizzazione degli archivi delle anagrafi italiane. La ricerca dei documenti genealogici ha infatti un ruolo chiave nella ricostruzione della storia famigliare dei discendenti italiani all’estero.

C’è poi una potenziale ricaduta positiva anche in termini di lavoro: in collaborazione con gli enti locali, diventa infatti centrale la formazione, di operatori turistici specializzati in “viaggi delle radici”, andando a stimolare l’occupazione giovanile in aree spesso svantaggiate o spopolate.

I numeri

Quella del Turismo delle Radici è una tendenza che ha registrato una crescita importante negli ultimi decenni. Nel 1997, secondo una stima dell’ENIT, si potevano identificare come “turisti delle radici” 5,8 milioni di viaggiatori. Nel 2018 questa cifra era salita a 10 milioni, con un flusso economico in entrata pari a circa 4 miliardi di euro.

Una recente analisi di Confcommercio e Swg sulle comunità di discendenti italiani di otto Paesi (tra cui Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia) ipotizza che il segmento del turismo delle radici possa generare in Italia una spesa annua di quasi 8 miliardi di euro.

Cosa è già stato fatto?

Il primo tavolo tecnico di coordinamento sul Turismo delle Radici ha avuto luogo nel 2018, su iniziativa di ENIT e MAECI. Da allora gli incontri annuali hanno dato origine a una serie di iniziative di ricerca e promozione e all’avvio del master “Esperto in organizzazione e gestione del turismo delle radici”, presso il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’Università della Calabria.

È stata lanciata una collana di guide turistiche, “Guida alle radici italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati” e una ricerca quali-quantitativa dal titolo “Scoprirsi Italiani: i viaggi delle radici in Italia”, seguita da uno studio sulla comunità italiana in Argentina.

Tra le iniziative collaterali al tema, la Direzione Generale degli Italiani all’Estero ha poi avviato il progetto “Italiani all’estero, i diari raccontano”, per la divulgazione di memorie sull’emigrazione: delle oltre mille testimonianze a disposizione presso la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, duecento sono state digitalizzate sul sito web I diari raccontano.

Le prossime tappe?

Il progetto 2024 Anno del Turismo delle Radici intende contribuire a strutturare un’offerta turistica, indirizzata agli italiani all’estero e agli italo-discendenti, in grado di intercettare al meglio le esigenze dei “viaggiatori delle radici”.

Il Governo lavorerà in sinergia con gli enti locali: hanno già aderito 850 Comuni sotto i 6000 abitanti e circa 300 sopra i 6000 abitanti, presentando iniziative, eventi e azioni mirate ad accogliere le comunità italiane residenti in tutto il mondo.

In attesa del 2024, il prossimo appuntamento è ROOTS in – Roots Tourism International Exchange: l’evento, punto di riferimento internazionale per il Turismo delle Radici, si svolgerà per la seconda volta a Matera il 20 e 21 novembre 2023, con un ricco programma di approfondimenti, formazione e networking tra i professionisti del settore.

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