Oltre la cartolina: la sfida quotidiana del Parco delle Cinque Terre

Il nostro viaggio tra le aree protette italiane si conclude in un luogo emblematico: le Cinque Terre. Dopo aver attraversato il Parco del Gran Paradiso, il Parco del Beigua e l’Area Marina Protetta di Bergeggi, approdiamo in un territorio dove natura, storia e presenza umana si intrecciano in un equilibrio tanto affascinante quanto delicato.

Nel percorso abbiamo imparato che ogni parco è un mondo a sé, con le sue specificità legate alla morfologia, alla storia e alla presenza umana, ma tutti condividono la stessa sfida: mantenere il delicato equilibrio tra tutela ambientale, turismo e comunicazione. Una sfida, ma anche un’opportunità straordinaria, che consente alle aree protette di diventare veri e propri laboratori di sperimentazione per un turismo più sostenibile, più consapevole e più rispettoso dei territori.

Le Cinque Terre, con i loro borghi sospesi tra mare e terrazzamenti, rappresentano un caso paradigmatico. Qui il paesaggio non esiste senza l’uomo, e la salvaguardia ambientale richiede necessariamente di sostenere la presenza attiva delle comunità locali e il mantenimento delle pratiche tradizionali che, da secoli, modellano e custodiscono questo territorio. In questo contesto complesso e delicato, il Parco si muove tra innovazione, governance partecipata e comunicazione strategica per affrontare le pressioni del turismo globale, senza tradire l’identità di un luogo unico al mondo. Ce lo spiega bene Lorenzo Viviani, presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre.

Viviani parco nazionale Cinque Terre
Lorenzo Viviani

Il Parco delle Cinque Terre è un’area di straordinaria bellezza tra mare e sentieri, conosciuta in tutto il mondo, ma anche estremamente fragile. Quali sono oggi le principali minacce ambientali legate alla presenza turistica e come state gestendo il delicato equilibrio tra conservazione ambientale e apertura al turismo?

Il nostro è un parco antropizzato, un unicum nel panorama nazionale e internazionale: qui la presenza degli esseri umani è fondamentale per il mantenimento del paesaggio. Per questo parliamo di “Parco dell’uomo”, un osservatorio privilegiato della convivenza tra natura, agricoltura tradizionale, turismo e comunità locali.

La vera minaccia, oggi, è l’abbandono da parte della comunità residente. Se vengono meno i presìdi umani che da secoli modellano il territorio, scompare anche il paesaggio terrazzato a muri a secco, un mosaico di biodiversità e agro biodiversità. La nostra sfida principale è mantenere viva questa presenza umana, sostenendo chi vive, lavora e cura il territorio.

I sentieri delle Cinque Terre sono tra i più frequentati d’Europa. Quali misure adottate per garantire sicurezza, manutenzione e limitazione dei flussi nei momenti più critici?

I sentieri delle Cinque Terre rappresentano un patrimonio culturale e paesaggistico: sono oltre 130 km di percorsi che ricalcano le antiche vie di collegamento degli agricoltori. La loro cura richiede competenze specifiche: per questo il Parco ha formato una nuova figura professionale, i Manutentori dei Sentieri: 16 tecnici altamente qualificati che ogni giorno lavorano per garantire la percorribilità della rete escursionistica.

Abbiamo inoltre un sistema informativo capillare che parte dalle stazioni ferroviarie, fino ai punti informativi all’imbocco dei sentieri. Il Sentiero Verde Azzurro – nel tratto Monterosso, Vernazza, Corniglia – è regolato con accesso tramite la carta servizi Cinque Terre Card (una carta che favorisce la mobilità sostenibile e i cui proventi vengono reinvestiti sul territorio e in servizi e progetti per la comunità). Nei periodi di maggiore afflusso, come i ponti primaverili e le festività, attiviamo sensi unici temporanei (ad esempio da Monterosso a Vernazza dalle 9 alle 14), per garantire sicurezza, fluidità e orientare i visitatori verso un’esperienza più consapevole.

Collaboriamo attivamente con il Soccorso Alpino e i Carabinieri Forestali, mentre una rete di 15 contapersone posizionati lungo i sentieri ci consente di monitorare in tempo reale le presenze e gestire i flussi in modo dinamico.

Il turismo via mare può avere impatti significativi sull’ecosistema marino. Qual è l’approccio del Parco per tutelare l’ambiente subacqueo e promuovere attività responsabili?

Il territorio delle Cinque Terre è un sistema unico, che va dalla terra al mare. Il Parco è anche ente gestore dell’Area Marina Protetta, e ne tutela gli habitat, regolando accessi, ancoraggi e navigazione attraverso un sistema di boe e zone a tutela differenziata.

Cinque Terre Parco

Monitoriamo gli habitat,  promuoviamo progetti con enti di ricerca e università, la pesca tradizionale sostenibile, con diving center e operatori certificati per diffondere una cultura del mare basata sul rispetto e sulla conoscenza.

Il CEAS del Parco (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità) organizza inoltre attività di educazione ambientale nelle scuole e sul territorio, per sensibilizzare i più giovani e trasformare ogni uscita in mare in un’esperienza formativa e responsabile.

Qual è la strategia di comunicazione del Parco nei confronti dei turisti per far comprendere la fragilità del territorio?

Per noi la comunicazione è uno strumento di prevenzione, non solo di gestione delle emergenze. Vogliamo che chi arriva alle Cinque Terre sia già informato, preparato e coinvolto.

Raccontiamo l’unicità di questo territorio – come la viticoltura tradizionale, il patrimonio escursionistico che attraversa habitat ricchi di biodiversità– attraverso i canali digitali, eventi fieristici internazionali (come Vinitaly, Euroflora, Fa’ la cosa giusta) e con strumenti visivi rinnovati. Abbiamo recentemente riprogettato l’identità visiva del Parco e stiamo completando il sistema di wayfinding dell’area protetta, per comunicare con chiarezza a un pubblico internazionale i valori distintivi del nostro territorio.

Formiamo anche figure professionali come le guide ufficiali del Parco e gli operatori aderenti alla Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), affinché diventino ambasciatori consapevoli del nostro patrimonio.

I social media spesso promuovono un’immagine “da cartolina”. Come bilanciare l’attrattiva turistica con un messaggio più etico?

Puntiamo su contenuti autentici: mostriamo il lavoro quotidiano degli agricoltori, la manutenzione dei sentieri, la vita reale del Parco. Accompagniamo l’emozione visiva con messaggi chiari sulle corrette modalità di fruizione, sulla sicurezza e sul rispetto del territorio.
I nostri operatori certificati CETS sono parte integrante di questa narrazione, trasmettendo ai visitatori valori, conoscenze e senso del luogo.

Marchio di qualità Cinque Terre

L’overtourism è una delle criticità più discusse alle Cinque Terre. Quali sono i dati attuali e le strategie per affrontarlo?

Non parliamo di overtourism, ma di picchi temporanei di sovraffollamento, concentrati nel 4% del territorio – i borghi costieri. Il cuore autentico del Parco si trova nelle sue verticalità, nei vigneti, nei fondali. Per governare questi picchi utilizziamo tecnologie intelligenti: contapersone, sensi unici programmati, tariffe mirate sulla Cinque Terre Card, con sconti riservati a chi soggiorna nelle strutture ricettive certificate con il Marchio di Qualità Ambientale del Parco (CETS Fase II).

La comunicazione può essere uno strumento proattivo nel contrasto ai flussi eccessivi?

Sì, e lo è già. La nostra comunicazione anticipa i problemi: informa sui periodi critici, propone itinerari alternativi, valorizza e promuove esperienze nei mesi meno affollati.
Un esempio concreto è il senso unico nei ponti primaverili: grazie a una comunicazione capillare e tempestiva, è stato ben accolto dai visitatori. Comunicare, per noi, significa orientare la cultura del viaggio.

Qual è il rapporto tra Parco, amministrazioni locali e operatori turistici?

La nostra governance è partecipata e territoriale: nel Consiglio Direttivo siedono i sindaci, i rappresentanti dei ministeri competenti, delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori. Collaboriamo in modo strutturato con enti locali, operatori turistici, associazioni e cittadini. La Carta Europea del Turismo Sostenibile è lo strumento attraverso cui sviluppiamo progetti condivisi, facendo del Parco non un ente distante, ma un facilitatore di dialogo.

Come immaginate il futuro del turismo alle Cinque Terre?
Lo immaginiamo più lento, autentico e distribuito lungo tutto l’anno. Un turismo fatto di esperienze culturali, naturalistiche, enogastronomiche, legate alla terra e alle persone.
Un turismo di valore, non di volume.

Vernazza Cinque Terre
Vernazza

Ci sono progetti pilota in corso per affrontare queste sfide?

Tra i progetti attualmente in corso, il Parco delle Cinque Terre sta sviluppando un portale predittivo basato su intelligenza artificiale, pensato per monitorare in tempo reale i flussi turistici e orientare la gestione della presenza sul territorio. Stiamo lavorando al rafforzamento della resilienza idrica attraverso la realizzazione di un nuovo acquedotto irriguo, fondamentale per sostenere le attività agricole locali. Un altro intervento strategico riguarda il potenziamento della rete di monorotaie, a supporto del comparto agricolo, nell’ambito del Progetto “Parchi per il Clima”. Si prosegue anche con importanti progetti europei, come Stonewalls4Life, che punta al recupero dei terrazzamenti a secco, alla tutela idrogeologica e alla trasmissione di competenze per la cura del paesaggio. La valorizzazione della viticoltura eroica e dello Sciacchetrà, simboli dell’identità culturale e agricola delle Cinque Terre, rappresenta un altro asse portante della strategia di tutela. All’interno del percorso della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), il Parco è passato alla Fase II, che ora certifica anche la ristorazione, e alla Fase III per i tour operator. Infine, la Cinque Terre Card, quest’anno ulteriormente arricchita di servizi, rappresenta una leva per la mobilità sostenibile nel Parco, oltre che una chiave di accesso al territorio che contribuisce alla manutenzione del paesaggio. Le risorse che provengono dalla carta vengono interamente reinvestite in progetti, manutenzione, servizi come quelli di accoglienza e nel trasporto bus per i residenti, o in trasferimenti per progetti dei Comuni.

L’intervista con Lorenzo Viviani ci restituisce così l’immagine di un Parco che ha piena consapevolezza della propria fragilità e, al tempo stesso, della propria forza trasformativa. Le Cinque Terre non sono solo una meta turistica di fama internazionale: sono un microcosmo in cui agricoltura, natura, tradizione e innovazione convivono in un equilibrio dinamico e in continua evoluzione. Per affrontare i flussi turistici, il Parco investe in infrastrutture intelligenti, forme di comunicazione proattiva, progetti europei e sistemi premianti legati alla mobilità sostenibile. Ma soprattutto, promuove una visione: quella di un turismo che non si limiti a guardare e consumare, ma che partecipi, che capisca, che sostenga. Le Cinque Terre diventano così un modello replicabile, un laboratorio a cielo aperto dove la sostenibilità non è solo una parola, ma una pratica quotidiana.

Crediti delle foto: Parco Nazionale delle Cinque Terre.

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