Cosa c’entra la secessione viennese, che Valeria ridisegna in stile wiki, con il turismo? Niente! O forse tutto, se si considera il contributo che questo movimento ha dato all’identità di Vienna come città della Mitteleuropa e – quindi – come metà da visitare, ovvero come destinazione turistica posizionata in un punto ben definito del nostro immaginario collettivo. Vienna è quello che è per i suoi abitanti e i suoi turisti – anche, non solo – per via del movimento della Secessione.
Da questo a dire che Klimt faceva del turismo, un po’ ne corre. Tuttavia…In questo numero: Giulia Rossi ci racconta Come si cambia, o meglio, come cambia e cambierà il turismo secondo Ejarque a seguito della pandemia. Cambia il paradigma del turismo, delle destinazioni, dei viaggiatori? O forse è troppo presto per dirlo, dal cuore del ciclone? Barbara Borgogni ci restituisce le sue note dalla lettura di Leed, La mente del viaggiatore. Alla ricerca di costanti e variabili per provare a costruire una struttura sincronica dell’atto del viaggiare come stato dell’essere, naturalmente attraversandone tutta la storia: documenti e monumenti letterari che la civiltà occidentale ci consegna. Ghilgamesh novello Odisseo spaziale che abita in tutti noi?
Segue un breve articolo sul cinema come strumento di promozione dei territori, soprattutto in chiave turistica, che trae spunto dai bollini di qualità che Enit darà ai film che valorizzano l’Italia nel mondo. L’iniziativa di Enit è pregevole, ma più che di bollini ex post ci sarebbe bisogno di strategie nuove per il cinema del nostro Paese, ex ante. A questo dovrebbero servire – anche – le Film Commission regionali e la Film Commission nazionale. Purtroppo, spesso ce ne dimentichiamo e molte di queste organizzazioni, che dovrebbero avere un ruolo centrale, sono abbandonate a loro stesse da una visione politica corta cortissima.
Chiudiamo con un piccolo spazio pubblicità: abbiamo vinto Modena. Evviva! Ah, un’ultima cosa: l’opera di Klimt si intitola Sangue di pesce ed è del 1898.
Buona lettura!