Di ritorno da Asti dove sono stato ospite della Douja d’Or, il Salone Nazionale di Vini Selezionati a cura di Camera di Commercio e Onav. Il concorso, che si è svolto nel primo semestre di quest’anno ha visto la partecipazione di centinaia di case produttrici provenienti da tutta Italia. Oltre 800 campioni di bottiglie ricevuti che sono stati degustati alla cieca e con giudizio individuale dagli assaggiatori dell’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vino), confluiti su Asti per l’occasione da tutte le venti regioni italiane. Il risultato del concorso è stato davvero interessante. Intanto un dato. Su più di 800 vini solo 299 hanno superato la selezione, ovvero il punteggio di 87/100, che gli ha permesso di accedere al banco degustazione della Douja. Di questi, quasi cento, hanno superato il punteggio di 89/100 che gli ha dato la nomination all’oscar. Alla fine delle selezioni a vincere la Douja d’Or, ovvero la “brocca d’oro”, sono stati i migliori 48 vini dello stivale. Più della scorsa edizione. Segno di un progressivo aumento della qualità del lavoro enologico.
Intorno al Salone gravitano le iniziative collaterali. Il Cortile dei Vermouth, dove si possono bere tanti vini aromatici di produzione piemontese, sia puri, sia nei grandi cocktail internazionali a base di questa bevanda che nasce come prodotto medicinale e poi si evolve nei secoli sino a diventare quell’insieme di vino e erbe distillato e ben compensato che conosciamo oggi. C’è il rischio di esagerare, fermandosi a discorrere con Roberto Bava, patron dell’Istituto del Vermouth di Torino, di “nuove primavere dei vini aromatizzati”. Girando per le strade del centro di Asti, passando sotto la casa che fu di quel genio ribelle di Vittorio Alfieri, si arriva in piazza San Martino dove, davanti a una chiesa sconsacrata che è diventata, neanche a dirlo, ristorante, si incontrano gli stand di Piemonte Land of Perfection. Ente che riunisce tutti i consorzi di tutela DOC e DOCG del Piemonte. E anche qui degustare pare dovere, segno di stima e rispetto per un lavoro lungo secoli che ha antropizzato a tal punto questo territorio da trasformare la natura del luogo in segno tangibile della cultura vitivinicola dell’uomo mediterraneo. Se ne è accorta l’UNESCO. Langhe, Roero, Monferrato, con le cattedrali sotterranee, le cantine-monumento, sono da alcuni anni patrimonio dell’umanità. Tutto da visitare. Su prenotazione telefonando alle cantine, ormai organizzatissime con tour di visita e assaggio multilingue. Non è difficile imbattersi, a 40 metri sotto terra, in mezzo a 4 milioni di bottiglie, sui lieviti, metodo classico e remuage ancora rigorosamente a mano, in un folto gruppetto di giapponesi strabiliati.
Un po’ defilata è invece la sede di Asti della Scuola Alberghiera di Agliano. Qui si tiene il Piatto&Dolce d’Autore. Dieci serate con dieci grandi chef e pasticceri astigiani. Ogni sera un ristorante diverso accompagnato da una pasticceria. Tre turni di servizio, impeccabile, a cura degli allievi della scuola. Si mangia in grandi tavoli rotondi da dieci persone ciascuno, ma quando si sta bene diventa facile conoscersi con semplicità seduti intorno al medesimo tavolo. Barbera del Consorzio ad accompagnare il piatto; Asti spumante per il dolce e si finisce con la grappa.
Tanti i convegni e i dibattiti, sono stato ospite e moderatore a quello svoltosi lunedì scorso in Camera di Commercio. Si è parlato di vino ma soprattutto di territorio e comunicazione. Marketing turistico, tra tradizione e innovazione, memoria, identità e costruzioni future. Convegno a cura di Studiowiki e Unicom, l’Unione Nazionale Imprese di Comunicazione.
E se forse non troppo scherzando, tempo addietro, ho definito Asti la “bengodi dei buongustai”, basta vedere il consumato del Festival delle Sagre dello scorso weekend. Qualche numero: 37 quintali di agnolotti; 42 di polenta; 80 chili di tartufo; 90 chili di funghi secchi e 3.400 dozzine di uova. Il tutto a cura delle Pro Loco, per il ristorante a cielo aperto più grande d’Europa.
La festa continua ancora, ad Asti, fino a domenica 17 settembre, quando si correrà anche il Palio, secondo per prestigio solo a quello di Siena.
Federico Alberto