Sulle strade del vino: dal Prosecco al Soave

Il Veneto è una regione rinomata per la ricca tradizione vitivinicola, dove il legame tra il territorio e i suoi prodotti non solo è profondo: è indissolubilmente intrecciato con la promozione turistica. Ne abbiamo parlato con Diego Tomasi, direttore del Consorzio di tutela del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, e con Alberto Marchisio, direttore generale di Cadis 1898, per esplorare come due realtà molto diverse tra loro vivono e promuovono questo legame.

A Diego Tomasi abbiamo chiesto di raccontarci in breve la storia del territorio…

“Parto dalla fine del 1800, con le prime immagini delle colline messe a coltura, con la realizzazione dei ciglioni. Tra le due guerre, negli anni ‘30-‘40, il vigneto comincia a emergere. Durante il secondo dopoguerra, tra il 1960 e il 1962, nasce il consorzio e la viticoltura diventa specializzata quasi al 100%, per poi configurarsi come viticultura moderna negli anni ’80. Dal 2000, il vino diventa elemento trainante, con una qualità eccellente. Nel 2009, il Prosecco ottiene la denominazione DOCG e nel 2019 il riconoscimento Unesco. Oggi, con 8660 ettari coltivati, rappresenta una risorsa fondamentale.

Per noi, prodotto e territorio sono due elementi complementari. La nostra ambizione è quella di far sì che, in futuro, i visitatori vengano nel nostro territorio soprattutto per il nostro prodotto. È il prodotto che dobbiamo tutelare, valorizzare e che deve distinguerci. Tuttavia, non dobbiamo trascurare l’attrattiva del paesaggio e il prestigio legato al riconoscimento Unesco. Questi aspetti non sono indifferenti, ma non devono diventare prevalenti rispetto al nostro prodotto. Il prodotto è la nostra specificità e il nostro futuro. Pertanto, le due cose devono procedere insieme, mantenendo però la loro distinzione.”

Foto di Davide Busetto

Anche per Cadis 1898 il rapporto con il territorio è stretto e identitario, come spiega Alberto Marchisio.

“Il legame con il territorio del Veneto si manifesta in ogni aspetto del nostro lavoro e dei nostri prodotti. Cadis 1898 è radicata nel cuore di una delle più rinomate aree vitivinicole d’Italia. Utilizziamo principalmente vitigni autoctoni, come Garganega, Corvina e Rondinella, che rappresentano l’essenza stessa del nostro territorio. Le nostre tecniche rispettano le pratiche tradizionali, tramandate di generazione in generazione, assicurando che ogni bottiglia di vino che produciamo sia un riflesso autentico del nostro terroir.

Le certificazioni di qualità, come le denominazioni DOC e DOCG, attestano l’origine controllata e garantita dei nostri vini, sottolineando l’impegno che mettiamo nel mantenere l’eccellenza. Partecipiamo attivamente a eventi locali, celebrazioni e collaborazioni con enti culturali, promuovendo la storia e la cultura della nostra regione attraverso i nostri prodotti.”

Entrambe le realtà, Consorzio di tutela da una parte e Cooperativa di produzione dall’altra, in virtù del loro radicamento e della loro lunga storia, sono testimoni dell’evoluzione del turismo e dei profondi cambiamenti nel profilo dei turisti che frequentano queste zone.

Spiega Diego Tomasi:

“Oggi, il turista che percorre i nostri sentieri, visita i nostri vigneti e ammira i nostri panorami è innanzitutto un turista più informato. Sa esattamente dove andare, cosa vuole vedere e quali percorsi seguire. Questo nuovo tipo di visitatore dimostra un profondo rispetto per l’ambiente e riconosce la fatica necessaria per gestire un territorio così ricco e complesso. Non è un turista da scampagnata, ma una persona consapevole e attenta, che apprezza la qualità e la serietà del territorio che visita.

Un territorio che attira un “turismo evoluto” è un territorio che si sta creando una reputazione di serietà e alta qualità. Questo si riflette anche nelle cantine, che non solo si occupano di ospitalità ma anche di accoglienza. L’ospitalità è ciò che prepari per il turista: il mazzo di fiori che trova al suo arrivo, i percorsi curati, le aiuole fiorite e gli interni ben allestiti. L’accoglienza, invece, riguarda il modo in cui ti proponi all’ospite: la tua empatia, credibilità e cordialità. Sono due aspetti distinti ma complementari: uno riguarda ciò che costruisci, l’altro come ti presenti.

Recentemente, abbiamo condotto un’indagine, conclusasi un paio di mesi fa, coordinata da Fabio Piccoli di Weimeryam, su tutte le nostre cantine e una cinquantina di ristoranti. L’obiettivo era monitorare lo stato dell’arte dell’ospitalità nelle nostre strutture, chiedendo alle cantine quali servizi offrono e raccogliendo il parere dei clienti attraverso questionari anonimi. Questo ci ha permesso di capire il livello di qualità a cui possiamo aspirare. Abbiamo ottenuto un riscontro del 75% sui 300 associati, il che ci fornisce una solida base per migliorare ulteriormente.”

Foto di Davide Busetto

Anche Cadis 1898 ci offre un interessante punto di vista, dal suo osservatorio privilegiato.

“Nel corso dei nostri oltre 100 anni di attività, abbiamo osservato notevoli cambiamenti nel profilo dei turisti che visitano le nostre zone. Inizialmente, il turismo era prevalentemente locale e nazionale, ma negli ultimi decenni abbiamo assistito a un aumento significativo di visitatori internazionali. Questi nuovi turisti sono attratti dalla fama mondiale dei nostri vini e dalla bellezza del paesaggio veronese.

Soave, cuore della nostra azienda, è un borgo medievale che sta conoscendo un grande successo. Qui, nel 2022 si erano registrate circa 16mila notti dormite, numeri più che raddoppiati nel 2023, con una impennata di presenze: ben 34.900 notti dormite, che in percentuale rappresentano una crescita del 220%. Si tratta del tasso di crescita più alto tra tutte le destinazioni turistiche individuate come marchio d’area per il veronese. Oggi, i turisti cercano esperienze più autentiche e personalizzate. Le nostre offerte di degustazioni e tour sono state adattate per rispondere a questa crescente domanda di turismo esperienziale, con un occhio alla sostenibilità ambientale.”

È inevitabile quindi che le attività delle due realtà intersechino il settore del turismo e della promozione del territorio. Conferma Alberto Marchisio:

La nostra attività è strettamente interconnessa con la promozione del territorio. Il nostro impegno nell’enoturismo ci permette di offrire esperienze uniche ai visitatori, che possono immergersi nella tradizione vitivinicola veneta attraverso visite guidate ai vigneti e alla cantina Rocca Sveva, il nostro centro d’eccellenza, seguite da degustazioni di vini.

Collaboriamo con varie realtà locali per inserire i nostri percorsi enogastronomici nei loro itinerari, rendendo la visita alle nostre strutture una tappa imperdibile per i turisti. Naturalmente partecipiamo regolarmente a fiere internazionali del vino e a eventi enogastronomici, promuovendo non solo i nostri prodotti, ma anche le bellezze naturali e culturali veronesi. Sentiamo la responsabilità di essere ambasciatori del Veneto, sia in Italia che all’estero. Interpretare questa responsabilità significa per noi garantire che ogni bottiglia di vino che esce dalla nostra cantina sia un esempio di qualità ed eccellenza della viticoltura veneta.

Siamo consapevoli che ogni nostra azione riflette non solo sulla nostra azienda, ma anche sull’immagine del territorio che rappresentiamo. Manteniamo un equilibrio tra innovazione e rispetto delle tradizioni, cercando sempre di rappresentare al meglio l’identità del nostro territorio. La nostra missione è quella di portare un pezzo di Verona e del Veneto nel mondo, attraverso vini che raccontano la storia e la passione della nostra terra.”

Foto di Davide Busetto

Per dimostrare amore verso il territorio, oggi più che mai, l’impegno per la sostenibilità è diventato imprescindibile. Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG ha varato nel 2024 la prima edizione del Rapporto di sostenibilità della Denominazione, che documenta le performance rispetto ai tre pilastri della sostenibilità: economico, ambientale e sociale.

“Dal punto di vista ambientale, abbiamo implementato varie pratiche ecologiche per gestire efficacemente i vigneti, come l’uso controllato dei prodotti fitosanitari, monitorati con strumenti avanzati come le capannine meteorologiche, utilizzate dal 31,4% delle case spumantistiche. I Bollettini di difesa del Consorzio sono consultati dal 70,3% degli imbottigliatori e dal 76,7% delle aziende viticole. Inoltre, l’uso di biostimolanti e corroboranti, che migliorano la resistenza delle piante agli stress ambientali, è in aumento, con il 31,4% delle case spumantistiche e il 21% delle aziende viticole che ne fanno uso.

Le pratiche ambientali influenzano positivamente anche la sostenibilità economica: riducendo l’uso di fitosanitari e migliorando la qualità del prodotto, il Consorzio ha rafforzato il posizionamento del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG nel mercato globale, garantendo una remunerazione soddisfacente alle aziende produttrici. L’attenzione alla qualità ha consolidato la reputazione del prodotto, mantenendo alta la domanda. Sul fronte sociale, il Consorzio promuove l’inclusione dei giovani nel settore, con un aumento del 44,5% del loro ingresso in ruoli operativi, di coordinamento e dirigenziali negli ultimi cinque anni. Attualmente, il 37,3% dei lavoratori nelle aziende della Denominazione ha meno di 40 anni. Il Consorzio investe anche in manifestazioni culturali e locali, destinando circa 100.000 euro per sponsorizzare eventi e premi culturali, come il Premio Campiello Giovani.”

Un impegno che caratterizza anche Cadis 1898, come racconta Alberto Marchisio:

“Il nostro amore per il territorio si manifesta attraverso un impegno concreto per la sostenibilità, che consideriamo un pilastro fondamentale della nostra attività. Adottiamo pratiche agricole il più possibile sostenibili per ridurre l’impatto ambientale e preservare la biodiversità nei nostri vigneti. Abbiamo investito in impianti di energia rinnovabile, come pannelli solari. Infine, da molti anni oramai abbiamo aderito al programma “RafCycle”, un’iniziativa di riciclo degli scarti delle etichette. In questo modo, cerchiamo di garantire che la nostra attività sia in armonia con l’ambiente, contribuendo alla preservazione del nostro territorio per le future generazioni.”

Foto di Davide Busetto

Se l’approccio verso la sostenibilità riguarda profondamente il futuro del pianeta, per concludere abbiamo chiesto a Diego Tomasi come immagina il territorio del Prosecco nei prossimi 15 anni:

“In questo momento siamo in una fase di restauro del paesaggio, dopo le difficoltà con la Flavescenza dorata e altri eventi meteorologici avversi. Se ci proiettiamo da qui a 10 o 15 anni, vedo un territorio sempre più ordinato, sempre più specializzato, sempre più portato verso un’accoglienza di alto livello. E quindi, sicuramente un territorio che si specializzerà verso due prodotti: il vino e il turismo.

Occorrerà sviluppare progetti sulla mobilità più sostenibile, sulla miglior percorribilità delle nostre strade, sulle nuove opportunità turistiche. Tuttavia, ci sono sfide significative legate alla gestione dei vigneti, specialmente quelli più difficili da coltivare e mantenere, come le viticolture eroiche. Le nostre Rive. L’alto costo della manutenzione, aggravato dai cambiamenti climatici e dalla mancanza di manodopera, mette a rischio queste aree. Il futuro dipenderà dalla capacità di trovare soluzioni a queste sfide o rischieremo di perdere parti cruciali del territorio.”

Un importante Consorzio di tutela e una grande azienda di produzione cooperativa. Due attori economici fondamentali, due attività differenti, ma alcuni obiettivi comuni, come quello di promuovere, tutelare e valorizzare il prodotto vinicolo come esempio unico e irripetibile della specificità identitaria di un luogo e di un territorio. Una distintività che diventa riconoscibilità e motivo di attrazione turistica.

Tutelare la qualità e la sostenibilità, in tutte e tre le sue accezioni fondamentali, ovvero ambientale, sociale ed economica, significa preservare e promuovere l’identità culturale e la bellezza. Come diceva Carlin Petrini: “i turisti verranno di conseguenza”. Un approccio che contribuisce a rendere il Veneto una meta sempre più ambita per i turisti di tutto il mondo.

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