Creatività e team building al tempo dello smartworking

Rahm Emanuel diceva “Non lasciare mai che una crisi diventi un’opportunità sprecata”, questo è l’elemento fondamentale che ha guidato il primo Webinair dell’Hub Digital & Innovation di UNA che si è tenuto venerdì scorso. Un incontro che, attraverso le testimonianze di esperti del settore, voleva fornire una serie di linee guida e consigli su come affrontare lo smart working per un settore che vive di creatività e lavoro in team.

Lo smart working ha rivoluzionato il modo di lavorare negli ultimi due mesi, imponendo anche una serie di limiti. Sara Ramadoro, Blended Learning Designer presso la Google Digital Academy, ha evidenziato come spesso i meeting o le conference call limitino il dialogo e il dibattito. Cosa fare per evitare che questo accada? Per esempio, con l’invio anticipato, anche di 24 ore, delle slide o del documento da discutere in modo che tutti possano essere preparati al fine di focalizzarsi sulla discussione e il dibattito.

L’elemento sociale e la possibilità di fare team sono altre criticità evidenziate durante l’incontro da Piero Cesati, co-funder di Soisy: se quello che manca è la “pausa caffè”, il principale momento di socializzazione, all’interno della sua azienda ha proposto una serie di attività extra con l’obiettivo di fare team building, fare collante tra i dipendenti.

La mancanza del senso di appartenenza potrebbe avere anche delle ripercussioni sul rapporto azienda-dipendente e quindi sull’immagine dell’azienda? A questa domanda ha risposto con il suo intervento Cristina Arbini solution consulant presso Linkedin. Ha fornito una serie di consigli e indicazioni al fine di rendere il dipendente, seppure a casa, inserito all’interno del tessuto dell’azienda così che l’immagine ne esca migliorata e il dipendente partecipe e sodisfatto. Si parte, naturalmente, dall’identità aziendale. Ma la comunicazione, interna ed esterna, è fondamentale. Rendere partecipi i propri dipendenti permette di creare empatia e trasparenza.

Ma lo smart working può avere ripercussioni sulla dimensione personale del dipendente. Monica Bormetti, consulente sul benessere digitale, ha evidenziato come lo smart working richieda alla mente uno sforzo maggiore non paragonabile con quello di una semplice riunione. Trasformare le situazioni di stress in occasioni di apprendimento e concedersi brevi intervalli di tempo in cui muoversi – per esempio per sgranchirsi le gambe – sono due dei suoi consigli ai partecipanti al Webinar di UNA.

Ma in questa nuova dimensione che ruolo assume la creatività? Davide Boscacci, direttore creativo di Publicis, ha sottolineato che gli stimoli della creatività possono nutrirsi ugualmente nonostante il distanziamento sociale, perché i limiti, come i paletti dei brief, possono anzi nutrire la creatività. Ma abbiamo bisogno di leggerezza e di “allargare l’inquadratura”, ci dice. Quello che sul lungo termine rischiamo di perdere, nella spinta creativa dei brainstorming che si sviluppano tra le persone e verso le persone, è il sentimento.

Questo, nel distanziamento sociale, è un rischio a cui rivolgere la nostra attenzione Come diceva Benedetto Croce “il sentimento senza l’immagine è cieco, l’immagine senza sentimento è vuota”.

È possibile rivedere il webinar qui

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